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Articolo Corriere Otto Frutticolo

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Willem-Jan Coolbergen è un im- prenditore ortofrutticolo olande- se che ha sposato l’Italia, dove vi- ve da 22 anni, per realizzare il suo sogno: essere un grande di un piccolo prodotto, il ravanello. Ci è riuscito. Oggi, nella produzione e commercializzazione di ravanelli, è il numero 1 in Europa. Prima di andarlo a trovare a Borgo Grappa di Latina, una campagna fertile grazie alle bonifiche di cent’anni fa, gli abbiamo mandato alcune domande. Eccole con le sue risposte.

Corriere Otto Frutticolo

Quando è entrato nel busi- ness dell’ortofrutta e per- ché?
“Dalla nascita, perché mio padre era un orticoltore in serra”.

Quando è arrivato in Italia dall’Olanda e perché?
“Nel 2000 sono arrivato in Italia, perché volevo, insieme ai miei partner, fare piu produzione nel periodo invernale, per vendere in tutta Europa”.

Come si trova in Italia e qua- le differenza riscontra in particolare tra italiani e olandesi?
“Mi trovo benissimo in Italia per- ché sono arrivato a Latina, in una zona bellissima per la produzio- ne. La differenza più importante tra italiani e olandesi sta nella cultura. Gli italiani sono più fles- sibili e un po’ meno strutturati a confronto degli olandesi. Forse io oggi sono più italiano nel mio modo di lavorare”.

Ci può raccontare qualcosa sul ravanello come prodotto e sul suo mercato?
“Il ravanello è un piccolo prodot- to nel mercato dell’ortofrutta. In origine il ravanello era un prodot- to primaverile da consumarsi da febbraio fino giugno per qualità e sapore. Invece i supermercati chiedono il ravanello tutto l’anno e così noi, seguendo i programmi dei supermercati, lo facciamo per tutta Europa ogni giorno dell’an- no. In Italia facciamo più produ- zione nel periodo che va dal 15 novembre fino al 15 aprile. Il re- sto viene fatto in Olanda da mio fratello Ad e dai nostri soci della famiglia Cornelissen”.

Ci può raccontare qualcosa su Ortolanda? Si occupa solo di ravanelli?
“Ortolanda nasce dalla collabora- zione tra due famiglie olandesi, i Coolbergen e i Cornelissen, che dall’inizio sono insieme. Abbiamo tre aziende. Oltre a quella di Lati- na, siamo in Olanda con due aziende: una vicina a Venlo e l’al- tra vicina a Rotterdam. Anche in Olanda facciamo solo ravanelli in serra. Siamo lo specialista del ra- vanello più grande in Europa ma vogliamo migliorare ancora e fare

Per l’economia europea ed italiana, anche per il merca- to dell’ortofrutta, è un mo- mento particolare: come lo sta vivendo lei? Come lo sta vivendo Ortolanda? “Ortolanda sta benissimo econo- micamente grazie anche alla col- laborazione in zona con gli altri orticoltori. Italia Ortofrutta ci ha dato una buona mano a creare una OP che ci permette di au- mentare l’offerta e di investire sempre per migliorare la produ- zione e la trasformazione del prodotto”.

Quali criticità e quali pro- spettive?
“Il mercato lo vedo molto bene perché ci sono richieste del rava- nello in Europa. Un punto critico è la manodopera. Noi facciamo tutto a mano. Serve più flessibili- ta nelle ore in contratto, perché il lavoro è molto di più d’inverno, da dicembre fino aprile, e molto poco dopo. Così servirebbero contratti che permettessero fles- sibilità di orario nel corso dell’an- no. Per esempio, un operaio può fare 2.000 ore all’anno. Noi ab- biamo bisogno di fare queste ore quando serve, perché non siamo un’industria, lavoriamo con la natura e con un meteo variabile”.

Come vede il futuro?
“In particolare voglio fare di più con i ravanelli. Ravanelli disidra- tati e confettura extra di ravanel- lo, così da lavorare i ravanelli per il mercato del fresco ma anche per il mercato del trasformato. Siamo in fase di produzione spe- rimentale di alcuni trasformati come i ravanelli a fette in agrodolce e una crema di ravanelli in olio extravergine di oliva, oltre al- la confettura extra di ravanello. Il futuro potrà riservare problemi a chi produce ravanelli in pieno campo, noi con le serre siamo al riparo da molti degli effetti del cambiamento climatico”.
Gli olandesi non sono solo “più strutturati”, sono estremamente pratici e concreti. Willem-Jan Coolbergen – come ci ha raccon- tato di persona a Borgo Grappa, nella casa italiana che è nello stesso comprensorio dell’azienda, su un terreno rialzato, con ampie vetrate che guardano sul prato che la circonda – aveva le idee chiare fin dall’inizio: “Mio padre nella sua serra olandese faceva un po’ di tutto, dal pomodoro all’in- salata. Faceva anche un po’ di ra- vanelli. Mi ha fatto studiare per- ché non facessi l’agricoltore ma sono diventato agronomo con il pallino di diventare un coltivare esclusivo di ravanello in serra. Il perché è semplice: nei pomodori e in altri ortaggi la concorrenza era ed è fortissima. E c’era biso- gno di forti investimenti. Il rava- nello era una nicchia trascurabile per gli orticoltori più bravi, che si misuravano con sfide più difficili. C’era spazio. Così ho pensato: sa- remo forti nel ravanello, non sarà così difficile proprio perché gli al tri lo trascurano. Ho avuto subito con questo prodotto un impatto piacevole. Un altro vantaggio competitivo era che non pochi produttori erano anziani e i loro figli non ne volevano sapere di fa- re gli agricoltori. Così potevo an- dare avanti io”.
“Ci siamo sviluppati per gradi, partendo – ricorda Coolbergen – da una serra di 6.000 metriqua- dri nel 1988. Ad Oude-Tonge, nella regione di Rotterdam, da dove viene la mia famiglia, siamo cresciuti di 6.000 mq ogni tre an- ni. Poi a mio fratello Ad, che è un po’ più giovane di me ed è entrato nell’azienda di famiglia nel 1995, è venuta un’idea: fare qualcosa nel Sud, dove si può produrre an- che d’inverno e non ci sono costi per riscaldare le serre. Lo specia- lista di un prodotto così di nicchia come il ravanello deve produrre per tutta Europa: questa era l’i- dea e per realizzarla bisognava produrre molto di più anche d’inverno”.

E allora?
“Allora nel febbraio del 2000 ab- biamo scoperto Latina, dove era attiva una serra Syngenta. Luce, bel terreno, bella zona, già si fan- no ravanelli: c’erano le condizioni per fare il salto in Italia. Ci abbia- mo pensato ancora un po’, visi tando zone adatte in Portogallo, Spagna e Francia. Ci siamo con- vinti: per fare ravanelli Latina è il posto migliore. E con la gente, i produttori della zona, si poteva collaborare. A settembre 2000, in accordo con mia moglie, abbiamo deciso che ci saremmo trasferiti con i due figli in Italia, mentre Ad, alla fine, ha scelto di seguire l’attività in Olanda.
Da novembre 2000 a tutto il 2001 ho girato per trovare le condizioni migliori e alla fine ho trovato il terreno giusto qui, a Borgo Grappa”.

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Avevate dunque la possibi- lità da subito di investire… “Il progetto ha trovato in me la persona operativa ma in esso hanno creduto anche mio fratello, mio padre e una famiglia olande- se che ci è vicina e che pure produce ravanelli, i Cornelissen. Le due famiglie hanno investito qui con quote paritetiche e hanno messo le loro attività, in Italia e in Olanda, sotto un unico ombrello, Ortolanda”.

Ed è filato tutto liscio…
“Sì. Lungo la strada, abbiamo fat to cambiamenti importanti, come il passaggio dalla raccolta mecca- nica, come si fa in Olanda, a quel- la manuale che permette risultati di maggiore qualità. Siamo stati attenti al rispetto delle regole, a partire dalla manodopera, e allo sviluppo di una produzione soste- nibile. Abbiamo imparato dai col- leghi italiani ma anche loro hanno assorbito qualcosa da noi. Og- gi, con 45 ettari di serre tra Borgo Grappa e Sabaudia, a cui va ag- giunta la produzione delle due unità produttive in Olanda, quel- la gestita da mio fratello e quella dei Cornelissen, siamo in grado di rispondere in qualità e quantità ad una larga fetta della domanda di ravanello in Europa. Abbiamo creato un rapporto ottimale con importanti catene della distribu- zione e posso dire che il prezzo è l’ultima cosa di cui discutiamo. Ci sono nuove opportunità che ci vengono dall’utilizzo del ravanello nelle lavorazioni di IV e V Gamma”.

Ma qual è oggi il rapporto di Willem-Jan Coolbergen con l’Olanda?
“Ci vado d’estate, quando qui fa troppo caldo. È diventato il Paese delle vacanze”.

 

Trova l’articolo in italiano qui.

Monique